In (ri)lettura:
Ebbene sì, ci sono ricascato. Per quanto mi sforzi di limitare le riletture allo stretto indispensabile, Tolkien è uno di quegli scrittori a cui finisco sempre per tornare, presto o tardi. Arrendermi alla rilettura de Lo Hobbit è una resa tutt'altro che spiacevole, intendiamoci: ritrovare Bilbo, Gandalf, Thorin e tutta l'allegra brigata di nani, orchi, elfi e creature fantastiche che popolano la Terra di Mezzo è un po' come tornare a casa. Per chi ancora non conoscesse Lo Hobbit, ecco una breve
Introduzione scrausa:
Bilbo è uno hobbit (vedi libro) che trascorre pacificamente la propria esistenza bevendo buon vino, fumando buon tabacco da pipa e, soprattutto, mangiando buon cibo. L'elemento di rottura è rappresentato da Gandalf (vedi libro) e dal seguito di nani che si porta appresso (vedi libro), che irrompono nella vita di Bilbo e lo trascinano in quella che sarà la più grande avventura di tutti i tempi (vedi libro) (segue SPOILER de Il Signore degli Anelli), almeno finché lo stesso Gandalf (vedi altro libro) non deciderà di sconvolgere anche la vita di suo nipote (di Bilbo, non di Gandalf).
Ricapitolando il tutto, vedi libro, che fai sicuramente prima.
Ricapitolando il tutto, vedi libro, che fai sicuramente prima.
Considerazioni sconsiderate, ma un po' più serie:
Lo Hobbit è un romanzo fiabesco, esplicitamente rivolto a un pubblico molto giovane, ma che pone spunti di riflessione adatti a ogni età: l'imprevedibilità della vita e di conseguenza la necessità di far fronte agli imprevisti, l'importanza di valori come lealtà, onestà e amicizia, il bisogno di affrontare le proprie paure... insomma, tutte quelle tematiche che riguardano da vicino il nostro modo di essere e di relazionarci con gli altri. Uno dei messaggi di fondo più importanti del libro è che persino l'individuo dall'apparenza più insignificante può compiere grandi imprese e nobili gesta, se ha il cuore al posto giusto. In questo senso, possiamo considerare Lo Hobbit come romanzo e di formazione e formativo, laddove Bilbo si fa un po' riflesso del lettore allo specchio nemmeno troppo distorto del fantastico.
Per concludere:
Una lettura consigliabile e consigliata a tutti, soprattutto a bambini e ragazzi in età preadolescenziale, che risulta indispensabile per approcciare al meglio Il Signore degli Anelli, capolavoro indiscusso e pietra miliare della narrativa fantasy a livello mondiale.